Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/66

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Maestri si ricorda servo affezionatissimo all’illustre Italiano, Conte Leopardi, e gl’invia voti ardenti e molti di prosperità, di contentezza, di gioja, e rimane con desiderio di vederlo a Parma.

1059. A Teresa Carniani Malvezzi.
Recanati, 18 aprile 1827.

Mia cara Contessa, Finalmente un libro che mi vien da voi,1 mi dimostra che voi vi siete ricordata di me, una volta almeno, dopo la mia partenza: e una soprascritta di vostro carat- tere mi assicura che il libro non è opera postuma, e che mi viene per dono, e non per testamento o per codicillo. Le molte let- tere che voi mi volevate scrivere, e mi avete promesso più volte, si son ridotte ad una soprascritta. Se mai aveste intenzione di cominciare adesso, cioè dopo cinque mesi, sappiate che non siete più in tempo, perch’io parto per Bologna questa settimana, o, al più tardi, in principio dell’altra. Perciò non vi dirò nulla del vostro libro, dove io ammiro la sobrietà e il buon giudizio della prefazione, la purità della lin- gua e dello stile, e le tante difficoltà superate. Nè anche vi domanderò nuove di voi: perchè spero che presto potrò dirvi a voce tutto quel che vorrete sapere, e domandarvi tutto quello che vorrò saper io. Intanto amatemi, come fate certamente, e credetemi your most faithful friend, or scrvant, or both, or ivhuL you lìke.

1060. Ad Antonio Fortunato Stella.
Recanati, 18 Aprile 1827.

Signore ed amico pregiatissimo, Mi giunsero regolarmente, ambedue sotto una stessa coperta, i due fascicoli, gennaio e