l’ab. Bencini; e vi prego a dirmi che via dovrò tenere per far
pervenire i fogli della collazione al loro destino.
M. de Mourawieff-Apostol è sempre colla sua famiglia a
Napoli; e mi meraviglio molto che non vi scriva.
Scusate, mio ottimo e indulgentissimo amico, la brevità della
presente. Lo stato de’ miei occhi non fu mai più infelice che
ora. Ma Voi dovete pensare che quando io vi scrivessi un volume,
non vi direi mai interamente quanta gratitudine e quanto affetto
mi stringano a Voi, e quanto sarei desideroso di usare ogni opera
mia per rendervi contento e felice, se potessi. Continuate, vi
prego, a darmi le vostre nuove distesamente come nell’ultima
vostra, che, quantunque io sia inutile a tutto, non potete par-
larne a persona che maggiormente se ne interessi. E ditemi qual-
che cosa del vostro Ammonio. Vi abbraccio mille volte con tutto
il cuore.
Vostro eternamente
G. Leopardi.
Ebbi il libro di Bothe e ne lo mille ringraziamenti all’uno
e all’altro. Il miglior mezzo di farmi avere un grosso libro da
Halla è spedirlo per Parigi a Firenze, es. gr. per mezzo di
Renouard a Vieusseux. Non vi mando le 2 prose, perchè aven-
dole rivedute, ne sono stato pochissimo contento, e credo che
le sopprimerò tutte due, o almeno l’una di esse.
1812. |
Ad Enriciietta Ranieri Ferrigni. |
|
[Firenze 20 Dicembre T832] |
Mia cara Signora. Vi rendo un milione di grazie della bontà
che avete avuta di scrivermi per darmi le nuove del vostro caro
fratello e mio unico amico. Cosa più pietosa non potevate fare:
e vi prego a non permettere che nell’avvenire io resti privo delle
sue notizie. Ve ne prego inginocchiato, con le lagrime agli occhi.