quale io gli ho data notizia. Dì a Paolina che Vittorina2 la
saluta tanto; che si è fatta grande, ma non più di lei [...]’
Dì a Mamma che vidi a Imola Elia Finocchio, che venne a
trovarmi alla locanda, e mi pregò di far sapere al padre le sue
notizie, cioè che sta bene, che ha moglie, e cinque o sei figli;
che fa il barbiere con applauso; che è matto come prima, per-
chè mi parlò della nobiltà della casa Finocchio; ma in questo
non si distingue dagli altri Imolesi, che tutti sono scemi; e in
fatti il cameriere della locanda mi disse che il sig. Elia era un
bravissimo giovane (benché paia vecchio) e che parlava benis-
simo. Dì ancora a Paolina che le Brighenti la salutano infinita-
mente. Addio, Cariuccio mio caro, salutami tutti. Dalla lettera
di Stella1 avrai veduto che io dovrò star qui almeno fino a
Giugno, se voglio vederlo. Addio addio, ti bacio.
1069. |
Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Signore cd amico amatissimo. Alla sua favoritissima dei 7
Aprile risposi a’ 18 dello stesso. Qui ricevo da Recanati l’altra
de’ 21. Godo ch’Ella abbia ricevute le prove di stampa,1 ed
attendo giornalmente le altre, o da Recanati (se Ella le avesse
già spedite colà), ovvero da Milano. Le prove delle Annotazioni
che formano l’ultima parte del volume, desidererei di averle in
filoni, perchè dovrei farvi certe poche aggiunte di qualche linea.
Sono indicibilmente lieto della speranza, oramai certa, di rive-
derla qui a’ primi di giugno; e non so esprimerle quanta grati-
tudine mi cagioni il sentire che Ella si muove a questo viag-
getto più per causa mia che per altro. Certo, se l’amore è di
qualche merito, io non sono immeritevole di questo favore che
Ella mi promette, perchè credo che pochi altri l’amino così cor-
dialmente e così costantemente come fo io. Mi darò tutto il pen-
siero possibile per terminar qui l’Antologia prima della sua