1821. |
Ad Antonio Ranieri. |
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Ranieri mio caro. Quanto mai m’addolora la tua delTi. Oh
Dio mio! Ma di me non temer mai nulla: io non corro pericoli,
e se anche ammalassi, niente si conchiuderebbe, perchè la vita
che ho, non è tanta, che abbia la forza di ammazzarmi. Cara-
melli2 ride di questo mio detto, ma l’approva per verissimo.
Povero Ranieri mio! se gli uomini ti deridono per mia cagione,
mi consola almeno che certamente deridono per tua cagione
anche me, che sempre a tuo riguardo mi sono mostrato e
mostrerò più che bambino. Il mondo ride sempre di quelle cose
che, se non ridesse, sarebbe costretto di ammirare; e biasima
sempre, come la volpe, quelle che invidia. Oh Ranieri mio!
quando ti ricupererò? finché non avrò ottenuto questo immenso
bene, starò tremando che la cosa non possa esser vera. Addio,
anima mia, con tutte le forze del mio spirito. Addio infinite
volte. Non ti stancare di amarmi.
Mio Caro Nepote
Scusatemi se così tardi riscontro la vostra graditissima dei 18. sca-
duto; 1 posso dirvi senza esagerazione che ho consumato il mese intero
tra mille piccole ma necessarie faccende. Scusatemi altresì se mi pre-
valgo d’altrui pugno perchè non volendo più differire il riscontro, e
trovandomi con flussione di capo non posso oggi metter mano alla
penna. Vi sia di norma che la vostra Cambialetta di £ 25.25 fu debi-
tamente estinta, e che estinguerò a vista le altre simili, che periodica-
mente mi prevenite dover trarre sopra di me. Se mi riuscisse di farvi
avere la stessa somma costì alla pari, cioè per quanto qui si pagano,
lo farò volentieri, ma ancor qui 24. Francesconi valgono £ 24.60. per-