giugnervi priva d’ogni conforto. Quando mai avrò vostre lettere? dopo
tutte le belle promesse che faceste a Ferdinando di scrivermi, ve ne
siete fuggito a Napoli senza dirmene una parola. Ricordatevi che la
pena che m’ha portata sì lunga privazione è stata grande, e ch’io non
farò pace con Voi se non pensate a compensarmene. Ferdinando ebbe
una lunga e dolorosa malattia, di natura reumatica, che lo travagliò
per ben tre mesi; la mamma e il papà sono stati anch’essi non poco
indisposti nel corso dell’inverno; io per forte infreddatura con febbre
ho dovuto rimanere in letto diversi giorni. Eccovi i motivi che m’hanno
impedito infinite volte di scrivervi. Ora finalmente possiam conten
tarci. Addio. Tutti noi vi salutiamo carissimamente, compresa la mia
cara Clelietta, la quale mostra di ricordarsi benissimo di Voi, dicen
domi che il vostro ritratto, ch’io tengo nella mia sala, vi rassomiglia.
Ferdinando fu ben contento di vedervi (se non che lo addolorò il vostro
stato di salute) ed io gli ho portato grande invidia; a far tacere la quale
mi son fatta contare le vostre lunghe conversazioni. In sul finire della
lettera m’accorgo che ne cominciava un’altra, tanto è il piacere che
ho di trattenermi con voi. Salutate il vostro ottimo compagno da parte
di mio marito.
Addio ancora.
La vostra Adelaide
Parma 13 Marzo 1834
Mio carissimo ed eccellente amico. La vostra amabilissima
del 21 dicembre non mi fu data alla posta che il dì 8 del cor-
rente. Già il dì 4 gennajo vi scrissi di mio pugno alcune poche
righe1 che il mio amico Ranieri accluse in una sua a Poerio; al
quale contemporaneamente indirizzò per voi un esemplare della
poetica di Aristotile tradotta da Haus. Spero che l’una e l’altra
cosa vi sia stata recapitata, benché da Poerio non abbiamo fino
ra nessun riscontro. Mi prevalgo questa volta d’altra mano pei
iscrivervi un poco più a lungo. - Io per molte e fortissime ragio
ni sono desiderosissimo di venire a terminare i miei giorni a