Pregiatissimo Sig.r Conte
Avendo io deliberato di ristampare i quattro Poeti italiani in un
solo Volume, e volendo porre a ciascuno un comento a lato, ho scelto
di unire al Petrarca quello che V.S. ha dettato per servigio degli stu-
diosi e per economia della mole; e lodatami Le è venuto fatto. Ora
m’è parso dovere di avvisarla di questa mia volontà, perchè Ella, pia-
cendo di rendere alcun altro vantaggio al suo lavoro, potesse farlo o
aggiugnendo dove le paresse bisogno, o diminuendo dove trovasse
abbondanza. E non potendo sul momento effettuarsi la mia delibera-
zione, potrebbe V. S. con l’agio almen di due mesi rivedere la fatica
sua, se però non è gravoso alla scarsa sua vista e all’inferma sua salute.
E qui pregandole ogni più caro bene che a Lei manchi o a Lei sappia
gradire, La lascio coi protesti della mia verace stima e singolare rispetto.
Di Vostra Signoria
Devmo Servitore
David Passigli
Firenze 9. Agosto 1836
[Di Reggio in Lombardia a’ 9 di Agosto, 1836] |
Celebre Signore
Prego di accogliere con benignità il libricciuolo di versi alla Luna
chc dalla posta riceverà. Esso le si conviene per due ragioni: perchè
splendonvi entro due bellissimi e stupendi componimenti suoi; e per-
chè chi ora siede in cima di nostro parnaso debba aver pegno di rive-
renza da ogni animo che si professa di gentilezza e che coltiva alcun
poco le buone lettere. - Dolgo con immenso dolore che la sua salute
non sia buona, e mi sdegno colla fortuna che i più forti ed elevati inge-
gni prema presso il più bel fiorire o su il più bel dare del frutto. Che
tutti gl’ingegni non sono uguali al suo che in freschissima età volò come