volte non richiamo io le belle serate che si sono passate insieme! le
quali, forse, non potranno ripetersi più, se Ella non torna da queste
parti. E potremo noi sperare ch’Ella vi tornerà? Allora avrei molte
cose a dirle intorno al modo di dare certe notizie... ma parliamo d’al-
tro. Se Ella ci scrive, come spero, non parli di queste poche righe ch’Ella
avrà ricevute da me. Quando potrò aver la fortuna di rivederla, a voce
potrò dirle il motivo. Non le dico neppure di salutare Giordani, giac-
ché questa lettera non deve esistere. Che cosa avrò io mai scritto? sono
le tre dopo la mezza notte, e ho scritto con forte male di capo. E una
vera temerità l’inviarle una lettera scritta così male, e mi pare che
sarebbe miglior partito quello di gettarla nel fuoco; ma intanto come
avere le sue nuove? Ci conservi la sua amicizia e mi creda
Sua Obbl.ma Serva ed Amica.
Adelaide Maestri.
P.S. Da Parma le scriverò ciò che mi tiene ora qui in Bologna.
1098. |
Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Signore ed amico amatissimo, Sono qui da tre o quattro
giorni, impaziente di ricevere delle sue nuove, e di sentirla ritor-
nata a Milano felicemente. Giordani, col quale si è parlato molto
di Lei, m’incarica di salutarla da sua parte. Io vo conoscendo
a poco a poco questi letterati fiorentini, o stabiliti in Firenze,
i quali mi usano per verità molte gentilezze. Spero di poterle
presto mandare la prefazione della Crestomazia, scritta sul piano
di cui convenimmo insieme. Sentirò con piacere che giudizio
sia stato fatto di essa Crestomazia, se ella l’ha mostrata per
avventura a qualche letterato nel suo viaggio. La prego dei miei
complimenti e saluti affettuosi alla sua famiglia. Desidererei che
nel poco tempo della sua dimora in Bologna, si fosse tanto con-
fermata la sua benevolenza verso di me, quanto è cresciuta l’af-
fezion mia verso le sue virtù. Non parlai a Costa del lavoro sopra
il Cinonio, perchè seppi con certezza da’ suoi intimi amici che