Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/149

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EPISTOLARIO ma voi già le saprete, ed io non voglio esser troppo lungo. Vi rimando la nota degli associati al Beicari, ma mi dispiace clic l’abbiate senza l’altra mia, dove nuovamente vi scongiurava a perdonarmi la scarsezza del numero che m’è scemato crudelmente fra le mani. Perché intanto voi non avete avuto da me alcun ringraziamento pel vostro libro sul Dionigi, vi dico che ve n’ho sommo obbligo, e che m’è infinitamente piaciuto, tanto che l’ho letto due volte da capo a piè, e molte altre sparsamente qua e là, e nell’altra mia vi ringraziava singolarmente della cura che avevate avuta di mandarmelo cosi subito pubblicato. Mio padre vi saluta molto caramente. Ed io vi abbraccio e vi lascio, o mio Giordani. Il vostro cuore vi dica quanto io v’ami. Credo che se non è quanto meritate, che solamente sia perché tanto non si possa. Addio, mio caro e soavissimo Giordani. Sono il vostro buon Leopardi. 69. Allo stesso, ivi.1 Recanati 11 Agosto 11817|. Mio dilettissimo Giordani. Come volete che io non conosca l’amicizia, leggendo le lettere vostre, e considerando il cuor mio? Se le ho avuto poco riguardo parlandovi di me in maniera indiscreta, perdonatemi. Già rispondendo alla vostra del 24 Luglio,2 v’ho detto quello che potevate bramare del mio modo di vivere. Non temete, caro Giordani, ché v’ubbidisco: siatene sicuro. Oh credete forse che non vi ami? o che non mi ami? E se non lo credete, perché 3 volete credere che mi ostini in far quello che mi nuocerebbe? E che prova ne avete? ’ Stando in Recanati, e come ci sto io, niente mi può consolare della privazione degli studi; e nondimeno, perché vedo che mi bisogna stare un pezzo senza studiare e per ubbidire a voi, non ¡studio, e cosi fo da molto molto tempo. Sappiate che sono sei mesi che io non iscrivo, e leggo cosi poco, che si può dir niente: la traduzione di Dionigi la feci nel gennaio passato.5 Dettare una lettera poi, caro Giordani, non è gran cosa. Dunque non crediate B che io sia disubbidiente con voi. Della dissertazioncella voglio che mi diciate sinceramente se credete bone, che fattovi qualche cangiamento e troncamento, si stampi, o vero stimate che, anche posto che la mia opinione sia vera, volendola pubblicare, 1 Dalla copia di Carlo, corretta da G., in casa Leopardi. Questa lettera risponde alla lettera dei 27 luglio (n. 67). 2 È la precedente (n. 68). 3 Nolla copia era «corno u, che G. corrèsse in «perché». 4 Queste parole furono aggiunte poi da G. 5 Cfr. lott. 61, nota 2. 6 Nella copia: «non credete».