Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/42

Da Wikisource.

ANNO 181.i - I.KITKKA 5 13 trovarla accompagnata da una obbligantissima lettera, e nel ravvisarvi entro il mio nome, io fui confnso e sopraffatto di riconoscenza. Un uomo affatto sconosciuto, e che non può attendere una miglior sorte, vedendosi onorevolmente rammemorato in un’egregia opera, non può non concepire sentimenti di gratitudine verso il benevolo autore. Egli ha diritto di sperare che il suo nome giunga alla posterità con quello dell’insigne scrittore che ne ha fatta menzione..Noi non conosceremmo Achille, se Omero 11011 ne avesse parlato; ma la immortalità del poeta garantisce quella dell’eroe, lo mi veggo cosi assicurato di vivere alla posterità nei suoi scritti, come i glandi uomini vivono nei propri. Ma io nomino Achille, e dovrei piuttosto rammentare Tersite. Non altro in fatti che il luogo di questo infimo Greco mi conviene nella sua opera, in cui infiniti esempi di prodigiosa dottrina ricercati con ammirabile diligenza e verifiall’Antici comunicare a Monaldo lai quale la lotterà dello Svedese, accompagnandola con questa sua del gennaio: «Cognato eri Amico C’aris. — Come vostro amico voro, e come Zio affettuoso del vostro Giacomo, io mi crederei colpevolo di maligna delicatezza, se non vi ponessi sott’occhio tutto ciò che risulta sul lavoro greco-latino del Lettorato di sedici anni. L’opinione pregievole e franca del dottissimo esaminatore vi farà abbandonare la dispendiosa idea di darlo in stampa, e forse vi suggerirà di abbracciar l’altra di dedicarlo manoscritto al Card. Littao ad altro Porporato, su cui più naturalmente vi preciserò le mie viste. Prendendo poi argomento da alcuni cenni dol biglietto di Mr. Aclierblnd, io sempre più vi eccito a decidere la venuta del vostro Giacomo in Roma nel prossimo Novembre. Egli farà più qui in un anno nel commercio di probe e dotte persone in ogni ramo dcH’umnno sapere, di quello che potesse fare con doppia e logorante fatica costi in dieci anni. E poiché questo caro giovano è cosi deciso per la carriera Ecclesiastica, sarà mai possibile che voi desideriate di vederlo qui L?1 per diventare soltanto un gran Filologo passando i suoi giorni nella sterile occupazione. 0 nell’oscura gloria di rettificare o commentare autori antichi con nessun vantaggio della stirpe umana, e molto meno dello propria Famiglia? 11 defonto Card. Luechi, Religioso non so di qual ordine, era un Filologo insigne, era un Poliglotta ambulante, od ha lasciati moltissimi eruditissimi preziosissimi manoscritti che nessuno legge, e nessuno si cura di stampare. Io dunque persisto a dire che tutto quello che sa e che saprà Giacomo, dove servire non per farne uno squallido compilatore o commentatolo, ma un gran Prelato ed un gran Cardinale. Egli dunque deve recarsi nell’Accademia Ecclesiastica, dove ò avidamente atteso dall’attuale Presidente parente del Card. Brancadoro: li con due soli anni di permanenza, con qualche operetta dotta (ma adattata ai bisogni del tempo) spanderà di sé tal luce, che entrerà nell’agone, avrà provviste, e non passeranno dieci anni che si troverà in posto Cardinalizio come Segretario o di Propaganda, o del Concilio, o dei Vescovi e Regolari etc. etc. Io vi dico tutto ciò con maturità di riflessione, e con pienezza di cuore; ve Io dico colla sola mira di veder voi felice, Giacomo grande, ed illustrata la vostra Famiglia: ve lo dico colla persuasione di vedere esattamente avverati i miei presagi. Se poi a voi piacesse diversamento, io chinerò la testa a quanto sarà per avvenirne, pensondo ohe l’Altissimo avrà diretto le vostre risoluzioni >.