Pagina:Leopardi - Il Copernico, 1873.djvu/15

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per una parte veramente sarebbe a proposito un poeta più che un filosofo: perchè i poeti, ora con una fola, ora con un’altra, dando ad intendere che le cose del mondo sieno di valuta e di peso, e che sieno piacevoli e belle molto, e creando mille speranze allegre, spesso invogliano gli altri di faticare; e i filosofi gli svogliano. Ma dall’altra parte, perchè i filosofi sono cominciati a stare al di sopra, io dubito che un poeta non sarebbe ascoltato oggi dalla Terra, più di quello che fossi per ascoltarlo io; o che, quando fosse ascoltato, non farebbe effetto. E però sarà il meglio che noi riccorriamo a un filosofo: che se bene i filosofi ordinariamente sono poco atti, e meno inclinati, a muovere altri ad operare; tuttavia può essere che in questo caso così estremo, venga loro fatta cosa contraria al loro usato. Eccetto se la terra non giudicherà che le sia più espediente di andarsene a perdizione, che avere a travagliarsi tanto: che io non direi però che ella avesse il torto: basta, noi vedremo quello che succederà. Dunque tu farai una cosa: tu te n’andrai là in Terra; o pure vi manderai l’una delle tue compagne, quella che tu vorrai: e se ella troverà qualcuno di quei filosofi che stia fuori di casa al fresco, speculando il cielo e le stelle; come ragionevolmente ne dovrà trovare, per la novità di questa notte così lunga; ella senza più, levatolo su di peso, se lo gitterà in sul dosso; e così torni, e me lo rechi insin qua: che io vedrò di disporlo a fare quello che occorre. Hai tu inteso bene?

Ora prima
Eccellenza sì. Sarà servita.