Pagina:Leopardi - Operette morali, Chiarini, 1870.djvu/141

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Gnomo. Oh cotesto è caso da gazzette. Ma pure fin qui non s’è veduto che ne ragionino.

Folletto. Sciocco, non pensi che, morti gli uomini, non si stampano più gazzette?

Gnomo. Tu dici il vero. Or come faremo a sapere le nuove del mondo?

Folletto. Che nuove? che il sole si è levato o coricato, che fa caldo o freddo, che qua o là è piovuto o nevicato o ha tirato vento? Perchè, mancati gli uomini, la fortuna si ha cavato via la benda, e messosi gli occhiali e appiccato la ruota a un arpione, se ne sta colle braccia in croce a sedere, guardando le cose del mondo senza più mettervi le mani; non si trova più regni nè imperi che vadano gonfiando e scoppiando come le bolle, perchè sono tutti sfumati; non si fanno guerre, e tutti gli anni si assomigliano l’uno all’altro come uovo a uovo.

Gnomo. Nè anche si potrà sapere a quanti siamo del mese, perchè non si stamperanno più lunari.

Folletto. Non sarà gran male, che la luna per questo non fallirà la strada.

Gnomo. E i giorni della settimana non avranno più nome.

Folletto. Che, hai paura che se tu non li chiami per nome, che non vengano? o forse ti pensi, poichè sono passati, di farli tornare indietro se tu li chiami?

Gnomo. E non si potrà tenere il conto degli anni.

Folletto. Così