Pagina:Leopardi - Operette morali, Chiarini, 1870.djvu/17

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DIALOGO

FRA

UN FILOSOFO GIOBERTIANO ED UN RAZIONALISTA.




Giobertiano.
Voi sapete, o egregio amico, quanto io ami ed ammiri il Leopardi: amo ed ammiro in esso ciò che raramente mi accade trovare unito negli uomini, un ingegno altissimo e un animo sovranamente buono.Ma con tutto ciò, debbo dirvelo aperto, la filosofia da lui professata, o, per meglio dire, quella filosofia di cui egli fu vittima e non autore, pare anche a me, come al Gioberti, supremamente immorale e incivile; e dico che non si potrebbe fare all'Italia un dono più infausto che il predicarla, favorirla e cercare di metterla in voga. So bene che in questo punto voi dissentite da me: ma perch'io ho molta buona opinione di voi e vi voglio bene, mi sarebbe caro che noi venissimo discorrendo insieme un poco le ragioni del nostro dissentire. Chi sa che per questo ragionare non potessero in tutto o in parte mutarsi le vostre opinioni, o le mie!
Razionalista
Io veramente o poca o nessuna speranza di ciò; e tengo col Leopardi che il discutere allora soltanto possa riuscire a qualche utile conclusione, quando avviene fra uomini che professano le medesime o poco differenti dottrine. Perchè ciascuno è tenero della sua proprietà, e tanto più valorosamente la difende contro