Pagina:Leopardi - Operette morali, Chiarini, 1870.djvu/89

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DISCORSO.

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investigando e ragionando si crucia; o certo a rammentare la inutilità delle querele, e la temerità delle speranze e dei desiderii; vaglia il mirare senza illusione le immutabili condizioni di quel tutto immenso, del quale siamo sì orgogliosa e pur sì minima e sì poco durevole particella. Questa amara sapienza egli ha egregiamente spiegata con varia e novissima eleganza di fantasie nell' Elogio degli uccelli; e terribilmente nel Cantico del Gallo Silvestre, nel Dialogo della Natura e di un'Anima, nell'altro Dialogo della Natura e di un Islandese, in quello della Terra e della Luna, di un Fisico e di un Metafisico; ed altri ancora, molto ingegnosi; nei quali tutto lo spirito di Luciano, tutta l'arguzia di Platone si muovono per entro gran copia di saper moderno, con tutta la forza del singolare intelletto di lui. Ed è singolare nel dar tutto sè stesso con mirabile pertinacia a queste malinconiche meditazioni, non isviarne mai il pensiero, affaticarvelo sempre nè mai stancarvelo. Ma non le dicano malattia strana del suo cervello: e ricordino che ad altri ancora e sani e famosi passarono per mente; i quali come importune e spiacevoli non sostennero di lasciarvele o sole o lungamente stanziare. Era da ogni parte fortunato il Voltaire, che sì bene immaginò quell'affronto di un Leone con un Mercante di Marsiglia, per esprimerci quel ch'egli pensasse delle benevolenze della natura verso noi, e delle felicità del