Pagina:Leopardi - Operette morali, Gentile, 1918.djvu/161

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ole(nla) — 97 — GEN. Che so io di cotesto? Meglio lo saprete voi che siete uomini. TaS. Io per me ti giuro che non Io so. GEN. Domandane altri de* più savi, e (orse troverai qualcuno che ti risolva cotesto dubbio. 5 Tas. Così farò. Ma certo questa vita che io meno, è tutta uno stato violento: perché lasciando anche da parte i dolori, la noia sola mi uccide. GEN. Che cosa è la noia? TAS. Qui l’esperienza non mi manca, da soddisfare 10 alla tua demanda. A me pare che la noia sia delia natura dell’ aria : la quale riempie tutti gli spazi interposti alle altre cose materiali, e tutti i vani contenuti in ciascuna di loro; e donde un corpo si parte, e altro non gli sottentra, quivi ella succede immediatamente. Cosi tutti gl* intervalli della 15 vita umana frapposti ai piaceri e ai dispiaceri, sono occupati dalla noia. E però, come nel mondo materiale, secondo i Peripatetici, non si dà vóto alcuno ; cosi nella vita nostra non si dà vóto ; se non quando la mente per qualsivoglia causa intermette 1’ uso del pensiero. Per tutto il resto del tempo, 20 1* animo, considerato anche in se proprio e come disgiunto dal corpo, si trova contenere qualche passione : come quello a cui 1’ essere vacuo da ogni piacere e dispiacere, importa essere pieno di noia ; la quale anco è passione, non altrimenti che il dolore e il diletto. 25 GEN. E da poi che tutti i vostri diletti sono di materia simile ai ragliateli; tenuissima, radissima e trasparente; perciò I AM questo — 5 AMF questo — 18-19 F vuoto — 23 AMF esser — 24 AMF tsser 3 di non saperlo — 13 altre sostanze — ciascuna d’esse sostanze — 16 a — a — 17 E come — 20 In tutto — 22 trova qualche — 26 Ed essendo che — 27 tenuissima e traspare;.ìe Leopardi