Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/135

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i a6 il parini Principe, raro veramente d’ingegno, ma usato a riporre ne sali, nelle arguzie, nella instabilità, nell’ acume quasi tutta la eccellenza dello scrivere, io n avveggo manifestlssimam^nLe die egli, nell’in- «timo de’ suoi pensieri, anteponeva la Enriade alfa Eneide; benché non si ardisse a profferire questa sentenza, per solo timore di non offendere le orec- oh e de^li ruminai. In fine, io stup: sco che il giu- d zio di pochi mi, ancorché retto, abbia potuto vincere quello d’ .miai , e produrre noli’ universale quella consuetudine di stima non manco cieca (cbe giusta. Il che non sempre interviene ma io reputo che la fama‘degli scrittori ottimi soglia e6s*re effetto -del caso più cbe dei meirit loro : come forse ti sarà confermato da quello cbe io sono per dik-e ne) progresso del ragionamento. CAPITOLO TERZO S> é veduto g là quanto pochi avranno facoltà di amnr iiari quando sarai giunto a quella eccellenza cbe ti propon . Ora avvertii "cIib più d* uno • impedimento si può frapporre anco a questi ^o- cl , cbe non -facciano degno ‘ concetto del tuo valore, benché ne veggano i segn , Non è dubbio alcuno, cbe li scritti eloquenti o poet-oi, di qual- sivoglia sorta, non tanto si giudicano dalle loro qualità iij se medesime, quanto dall' effetto cbe es?i /anno nell’ animo di eh legge. In modo elio il lettore nel farne giudizioP li coijsidera più, per