Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/154

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O VERO DELLA GLORIA.' J^5 non volgare. Anzi non ti $arà data fede , nè anche dai sapienti (eccettuato forse una loro menoma, parte), finché ripetute quelle medesime verità, ora da uno ora da altro, a poco a poco e con lup- ghezza di tempo, gli uomini vi assuefacciano prima gli orecchi e poi Y intelletto. Perocché niuna verità nuova, e del tutto aliena dai giudizi correnti ; quando bene dal primo che se ne avvide, fossa dimostrata con evidenza e certezza conforme o si- mile alla geometrica; non fu mai potuta, se pus, le dimostrazioni non furono materiali, introdurre e stabilire nel mondo subitamente; ma solo in corso di tempo, mediante la consuetudine e I* esempio: assuefacendosi gli uomini al credere come ad ogni altra cosa; anzi credendo generalmente per assuefazione, non per certezza di prove concepita neiranimo: tanto che in fine essa verità, cominciata a insegnare ai fanciulli, fu accettata comu- • Demente, ricordata con maraviglia la ignoranza della^ medesima, e derise le sentenze diverse o negli antenati o nei presenti. Ma ciò con tanto maggiore difficoltà e lunghezza, quanto queste sì fatte verità nuove e incredibili, furono maggiori e più capitali, e quindi sovvertitrici di maggior numero di opinioni radicate negli animi. Nè anche gl’intelletti acuti ed esercitati, sentono facilmente tutta la efficacia delle ragioni che dimostrano simili verità inaudite, ed eccedenti di troppo spazio 2 termini delle#cognizioni e dell5uso di quelli; massime quando tali ragioni.e tali verità ripugnano alle credenze inveterate in essi intelletti. Il 7