Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/177

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DIALOGO t> por qualunque causa ; come si avvedrà di quello in cui le medesime operazioni cessano del tutto, e non per poco spazio di tempb, ma in perpetuo ? Oltre di ciò, come può essere che un sentimento vivo abbia luogo nella mòrte? anzi, che la stessa morte sia per propria qualità un sentimento vivo ? Quando la facoltà di sentire è, non solo débili* tata e scarsa, ma ridotta a cosa tarilo minima, che ella manca e si annulla, credete voi che la persona sia capace di un sentimento forte? anzi que-> sto medesimo estinguersi della facoltà di sentire, credete che debba essere un sentimento grandissimo ? Vedete pure che anche quelU 'che muoiono di mali acuti e dolorosi, in sull’ appressarsi della morte, più o men tempo avanti dello spirare, si quietano e si riposano in modo, che si può conoscere che la loro vita, ridotta a piccola quantità, non è più sufficiente al dolore, sicché questo cessa prima di quella. Tanto dirai da parte nostra a chiunque si pensa di avere a morir di dolore in punto di morte. auy. -Agli Epicurei forse potranno bastare queste ragioni. Ma non a quelli che giudicano altri- trimenti della sostanza dell’anima; come ho fatto io per lo passato, e farò da ora innanzi molto maggiormente , avendo udito parlare e cantare i morti. Perchè„ stimando che il morire consista in una separazione dell’ anima dal corpo, non comprende^ ranno come queste due cose^ congiunte e quasi • conglutinate tra loro in modo, che costituiscono T una e 1 altra una sola persona, si possano se.-