Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/197

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Disse in certa occasione, essere manco £rave al benefattore la piena ed espressa ingratitudir*^ che il vedersi rimunerare di un beneficio grande con uno ] iccolo, col quale il beneficato, o per grossezza di giudizio o per malvagità, si creda o si pretenda sciolto dall’ obbl go verso lui ; ed esso apparisca i compensato, o per civiltà gli convenga far dimostrazione di tenersi tale: in modo che dall’ una parte, venga ad essere defraudato anche della nuda e infruttuosa gratitudine dell* animo , la quale verisimilmente e^li si aveva promessa in qualunque caso; dall’altra parte, gli sia tolta la facoltà di liberamente querelarsi della id rati ra- d'ue, o ài apparire, siccome egli è nell'effetto, male e ingiustamente corrisposte. Ho udito anche riferire come sua, .questa sentenza. Noi siamo incrinati e solit: a. presupporre in quelli coi quali ci avviene di conversare, molla acutezza e maestria per ‘scorgere i nostri prei,i ven, o che noi c’ immaginiamo, e per conoscere la bellezza o qualunque altra virtù d’ ogni nostro detto o fatto; come ancora molta profondità, ed un abito grande di med tare,#e molta memoria, per considerare esse virtù ed ess* pregi, e fonerai poi sempre a mente: eziandio che -‘n rispetto ad ogni altra cosa, o non iscopriamo in coloro q*je- fte tab parti, o non confessiamo tra noi di sco« prirveìe.