Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/35

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2.6 DIALOGO i ciali o le racchette che adoperiamo Mercurio ed 10 per giocare in casa di Giove o nell’orto: ma le pugna basteranno. atl. Appunto; acciocché tuo padre, veduto il nostro giuoco e venutogli voglia di entrare in terzo, colla sua palla infocata ci precipiti tutta e due non so dove, come Fetonte nel Po. erc. Vero, se io fossi, come era Fetonte, tìglio di un poeta, e non suo figlio proprio; e non fossi anche tale, che se : poeti popolarono lo città col suono della lira, a me basta l’animo di spopolare il cielo © la terra a suono di clava. E la sua palla, con un calcio che le tirassi, io la farei schizzare di qui fino all ultima soffitta del cielo empireo. Ma sta sicuro che quando anche mi venisse fantasia di sconficcare cinque o sei stello \ per fare alle castelline, o di trarre al bersaglio con una cometa, come con una fromba, pigliandola per la coda, o pure di servirmi proprio del solo per fare il giuoco del óisco, mio padre farebbe le viste di non "vedere. Oltro che la nostra intenzione con questo giuoco, è di far bene al, mondo e non come quella di Fetonte, che fu di mostrarsi leggero della persona alle Ore, che g)i tennero 11 montatoio quando sali sul carro ; e di acquistare opinione di buon cocchiere con Andromeda e Callisto e le altre belle costellazJani, alle quali è voce che nel passare venisse ..ttando mazzolini di raggi e pallottoline di luce confettate; e di fare una bella mostra di se tra gli Dei del cielo nel pas- segg o di quel giorno., che era 0- festa. In som-