Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/58

Da Wikisource.

DI UN FOLLETTO eC. 49 e ci rapivano per forza la roba nostra, dicendo che ella si apparteneva al genere umano, e che la natura gJ Lei* aveva nascosta e sepolta laggiù per modo di burla, volendo provare se ei la trove- rebbono e la potrebbono cavar fuori. fol. Che maraviglia? quando non solamente si persuadevano che le cose del mondo non avessero altro uffizio che di stare al servigio loro, ma facevano conto che tutte insieme, agiato al genere umano, fossero una bagatella. E però le loro proprie vicende le chiamavano rivoluzioni del mondo, e le storie delle loro genti, storie del mondo: benché Sj potevano numerare, anche dentro ai termini della terra, forse tante altre specie, non dico di cr^ture, ma solamente di animali, quanti capi d’uomini vivi: i quali animali, che erano fatti espressamente per coloro uso, non si accorgevano però ma che il mondo si rivoltasse* gno. Anche le zanzare e le pulci erano fatte per benefìzio degli uomini? fol. Sì erano; cioè per esercitarli nella pazienza, come essi óioevano. » GNO. In verità che mancava loro occasione di esercitar la pazienza», se non erano le pulci. fol. Ma i porci, secondo Crisippo (6), erano pezzi di carne apparecchiati dalla natura a posta per la cucine e le dispense degli uomini, e, acciocché non imputridissero 9 cond fi colle anime in vece di sale. gno. Io credo in contrario che se Cr' ippo avesse avuto nel cervello un poco dì sale in vece 3 5o DIALOG