Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/90

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DI PROMETEO* Si fatte inutili a partorire, le mangerò similmente. E questi miei schiavi che vedete, forse che gli terrei vivi, se non fosse per avere di quando in quando de* loro figliuoli, e mangiarli? Ma invecchiati che saranno, io me gli mangerò anche loro a uno *a uno, se io campo (i3). fro. Dimmi: questi tuoi schiavi sono della tua nazione medesima, o di qualche altra? sel. D’un’ altra. fro. Molto lontana di qua? sel. Lontanissima: tanto che tra le loro case é le nostre, ci correva *un rigagnolo. E additando un collicello, soggiunse : ecco là il sito dov’ella era; ma i nostri 1* hanfto distrutta (14)* In questo, parve a Prometeo che non so quanti di coloro lo stessero mirando con una cotal guardatura amorevole, come è quella che fa il gatto al topo: sicché, per non essere mangiato dalle suo proprie fatture, si levò subito a volo; e seco similmente Mpmo: e fu tanto il timore che ebbero r uno e 1* altro, che nel partirsi, corruppero i cibi dei barbari con quella sorta d’immondizia che lo arpie sgorgarono per invidia sulle mense troiane. Ma coloro, più famelici e meno schivi dei compagni di Enea, seguitarono il loro past/>: e Pro* meteo, malissimo soddisfatto dgl mondo nuovo, si volse incontanente al più vecchio,, voglio dire all’Asia: e trascorso quasi in un subito l’intervallo che è tra le nuove e le antiche Indie, scesero ambedue presso ad Agra in un campp .jjieno d'infinito popolo, adunato intorno a una fossa Bolma 83 LA