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Indi l’odio implacato, indi la rabbia,
E l’ironico riso ond’altri offende
Lei che fra ceppi, assisa in sulla sabbia,
Con lingua nè con man più si difende.
E chi maggior pietà mostra che n’abbia,
E di speme fra noi gl’ignari accende,
Prima il Giudeo tornar vorrebbe in vita
Che all’italico onor prestare aita.
31
Di Roma là sotto l’eccelse moli,
Pigmeo, la fronte spensierata alzando,
Percote i monumenti al mondo soli
Con sua verghetta il corpo dondolando;
E con suoi motti par che si consoli
La rimembranza del servir cacciando.
Ed è ragion ch’a una grandezza tale
L’inimicizia altrui segua immortale.
32
Ma Rubatocchi, poi che della cura
Gravato fu delle compagne genti,
Fece il campo afforzar, perchè sicura
Da inopinati assalti e da spaventi
Fosse la notte; e poi di nutritura
Giovare ai corpi tremuli e languenti.
Facil negozio fu questo secondo,
Perchè topi a nutrir tutto è fecondo.