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E quando per qualunque altra occorrenza
Mutando stato il pristino disgombra.
Di qualche pianta di real semenza
Sempre s’accoglie desioso all’ombra.
Qual pargoletto che rimasto senza
La gonna che il sostiene e che l’adombra,
Dopo breve ondeggiar tosto col piede,
Gridando, e con la man sopra vi riede.
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O come ardita e fervida cavalla
Che di mano al cocchier per gioco uscita,
A gran salti ritorna alla sua stalla,
Dove sferza e baston forse l’invita;
O come augello il vol subito avvalla
Dalle altezze negate alla sua vita,
Ed alla fida gabbia ove soggiorna
Dagli anni acerbi, volontario torna.
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Re cortese, per altro, amante e buono,
Veggo questo in antico esser tenuto,
Memore ognor di quanto appiè del trono
Soggetto infra soggetti era vissuto:
Al popol in comun, per lo cui dono,
E non del cielo, al regno era venuto,
Riconoscente; e non de’ mali ignaro
Di questo o quel, nè di soccorso avaro.