Pagina:Leopardi - Paralipomeni della Batracomiomachia, Laterza, 1921.djvu/106

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96 i - versi

15
     Udite attentamente il,pensier mio.
Ben armati porremci su là riva
là, dove ripidissimo è ’l pendio:
aspetteremo i topi; e quando arriva
quella marmaglia, le farem da l’alto
far giú ne l’acqua allegramente un salto.
16
     Cosi, fuor d’ogni rischio, in poca d’ora
tutto quanto l’esercito nemico
manderem senza sangue a la malora.
Date orecchio per tanto a quel ch’io dico,
fornitevi alla pugna e fate core,
che non siam per averne altro che onore.
17
     Rendonsi a questi detti; e con le foglie
de le malve si fanno gli schinieri;
bieta da far corazze ognun raccoglie,
cavoli ognun disveste a far brocchieri;
di chiocciola ciascun s’arma la testa,
e a far da mezza picca un giunco appresta.
18
     Già tutta armata, e minacciosa in volto
sta la gente in sul lido e i topi attende;
Quando al coro de’ numi in cielo accolto
Giove in questa sentenza a parlar prende:
— Vedete colaggiú quei tanti e tanti
guerrieri, anzi centauri, anzi giganti?
19
     Verran presto a le botte. Or chi di voi
per li topi sarà? chi per le rane?
Palla, tu stai da’ topi; e’ son de’ tuoi;
che presso a l’are tue si fan le tane,
usano ai sacrifizi esser presenti
e col naso t’onorano e co’ denti. —