Pagina:Leopardi - Paralipomeni della Batracomiomachia, Laterza, 1921.djvu/31

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inno a nettuno 21


     Ἀλλὰ Ποσειδάων γαιήοχος ἀσκελὲς αἰὲν
     Κύκλωπος κεχόλωται, ὃν ὀφθαλμοῦ ἀλάωσεν,
     ἀντίθεον Πολύφημον, ὅου κράτος ἐστὶ μέγιστον
     πᾶσι Κυκλώπεσσι. Θόωσα δέ μιν τέκε νύμφη,
     Φόρνυκος θυγάτηρ, ἁλὸς ἀτρυγέτοιο μέδοντος,
     ἐν σπέσσι γλαφυροῖσι Ποσειδάωνι μιγεῖσα.

          Ma Nettun che la terra intorno aggira,
          di terribile sdegno è sempre acceso
          per lo Ciclope ch’ei de l’occhio ha privo,
          per Polifemo a nume ugual, che avanza
          tutti i ciclopi in gagliardia. La ninfa
          Toosa partorillo, a cui fu padre
          Forcine, un dio de l’infecondo mare,
          a Nettuno commista in cavi spechi.

Verso 112. — «... o la telchine Alía». — Diodoro, Biblioteca, libro V, capo 13: Ποσειδῶνα δε (φασὶν) ἀνδρωθέντα ἐρασθῆναι τῆς τῶν τελχίνων ἀδελφῆς Ἁλίας, καὶ μιχθέντα ταύτῃ, γεννῆσαι θυγατέρα Ῥόδον· ἀφ᾽ ἧς τὴν νῆσον ὠνόμασθαι. «Dicono che Nettuno fatto adulto, innamorossi di Alia, sorella dei telchini, e avuto a fare seco lei, generonne una figlia chiamata Rodo, dalla quale vogliono che l’isola abbia tratto il nome». Telchini appellavansi, come è fama, gli antichissimi abitatori di Rodi.

Verso 113. — «Od Amimone candida». — Una delle Danaidi. Si vedano gli scrittori di favole, e piú sopra la nota seconda al verso 106.
 Ivi. — «... o la figlia d’Epidanno, Melissa?». — Costantino porfirogeneta, Dei temi, libro II, tema 9: Τούτου (Ἐπιδάμνου) θυγάτηρ Μέλισσα, ἧς καὶ τοῦ ποσειδῶνος ὁ Δυῤῥάχιος. Ἀφ᾽ ἧς ἐστι τόπος ἐν Ἐπιδάμνῳ Μελισσώνιος, ἔνθα Ποσειδῶν αὐτῇ συνῆλθε. «Di questi (Epidanno) fu figlia Melissa, della quale e di Nettuno nacque Dirrachio. Da essa ha tratto il suo nome un luogo di Epidanno, detto Melissonio, ove Nettuno ebbe affare con lei».

Verso 116. — «... Eufemo». — Si vegga la nota prima al verso 109.