Pagina:Lettera al Giornale Calabria (Biagio Camagna).djvu/3

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Caro Meduri,

Avrei accettato senz’altro l’invito fattomi nella Luce da un gruppo di elettori, se l’invito stesso non fosse stato preceduto da dubbi e da diffidenze che debbo altamente respingere, e perfino da affermazioni che nessuna buona fede può avere dettato.

Si dice di volermi sostenere, mentre si dubita delle mie intenzioni; si fa le viste di volere palpitare con me, mentre si diffida dei voti da me apertamente e ripetutamente dati; si parla di diserzioni a mio danno, mentre queste sono sconosciute nel campo dei miei amici ed elettori, i quali, dal 1892 ad oggi, in quattro votazioni, crebbero sempre di affetto e di numero, con la coscienza e con l’entusiasmo che solamente il popolo può avere per i suoi figli.

Il mio programma fu sempre di fede illimitata nella libertà di stampa,