Pagina:Lettera apologetica di Stefano Borgia.djvu/12

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immortal memoria appo de’ letterati tutti, che il primo sì pubblica luce diedela, convien dire che non doveva alcuno d’essi passare per cucciolo; cosicchè delle lettere non Etrusche, o Pelasghe, ma latine del più bel secolo poca, o niente pratica avesse. Uno adunque trascrisse dall’ultima linea della lapida le seguenti parole C. VIBIVS. ENOES. MON.PONT, ovvero come stampato leggesi nel tesoro del Muratori. VIBIVS - ENOES. MON.PNT, dalle quali diciannove lettere ne trasse quanto alla prima copia, e diciotto quanto all’altra, se un punto di più vi si novera in luogo del primo C tolto via, e nell’una, e nell’altra quattro spazj con altrettanti punti. Or se è cosi, contandosi nel CVPRIENSES MONTANI diciassette lettere soltanto, chieggo da voi dove andati sieno e la restante lettera, e gli spazj co’ punti? Crescerà sempre più la giustizia di quella domanda, se star volete alla lettera stampata in Pesaro, in cui leggete CVPRENSES MONTAN, perciocché numerandoli in essa quindici lettere, un tal numero non può all’altro di diciotto corrispondere, oltre agli spazj, e punti. Se il marmo inciso era nella maniera che vedesi nell’apografo da voi riportato per fedelissimo, come mai potè il Canneti, ed il Tacchi, questi Massacciese, quegli Cremonese con istrana metamorfosi due parole in quattro dividere, come aggiugnervi lettere, spazj, e punti intermedi, quando che, secondo la vostra copia, un orbo Bolognese eziandio vi avrebbe letto almeno CVPRENSES MONAN. Voi prevedeste cotesta difficoltà, e però vi studiaste con som-


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