Pagina:Lettera apologetica di Stefano Borgia.djvu/15

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dunque dobbiamo al secondo appigliarci, per non dipartirci dalle regole della vera critica, che c'insegna di non far uso di simili conghietture, se non dopo aver trovate tali e tante ragioni, che, anche senza di queste, possano concludentemente la cosa dimostrare. Una lapida dubbia e portatile, una denominazione che più non sussiste, a nulla servono, nulla provano, e nulla concludono. Onde assai lepido mi pare talun presto parlatore, che con pochissimo studio, e con fievoli conghietture vuol decidere dal tripode di lontane cose ed oscure, persuadendosi che tutto quello, che non è secondo la sua immaginazione, sia sproposito, e tutto quel ch’esso dice sia un oracolo. E quando anche il marmo Massacciese fosse integerrimo, proverebbe forse esser ivi stata la Cupra Montana, coll'ajuto eziandio della Bolla? Io credo di no, quando altre ragioni non vi fossero, e mi persuado che anche gli altri, purché privi sieno di parzialità, e di passione, ne formeranno lo stesso giudizio. Ed acciocché la cosa in comparsa venga più chiara, eccovene un esempio molto a proposito. O' io vedute in Civita parecchie lapidi, nelle quali leggesi Veji, e Vejentes, mi fu insegnato un luogo non molto lungi, che anche presentemente dicesi la Costa de’ Viej, e pure con tutti questi monumenti nè il Mico, nè il Castiglioni, nè il Mazzocchi, nè altri an potuto provare, che sia il Vejo antico. Tanto è vero che da sì fatte conghietture, senza altre ragioni, nulla puossi inserire.

Eccovi brevemente accennate le mie riflessioni sopra i due principali vostri argomenti. Ora di-


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