Pagina:Lettera pastorale in occasione della Quaresima per l'anno 1830 (Morozzo della Rocca).djvu/11

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‘’onde non si scosti alcuno dalla custodia del gregge a sè affidato, ed una assicurata e guardinga attenzione, e diligenza si adoperi nello eleggere i Ministri delle cose di Dio; e facciam voti piuttosto al Dio Salvatore, perchè colla possentissima sua mano vi regga, e le azioni vostre, e i vostri sforzi benedica, e coroni di prospero successo.

Ma comecchè in voi ci consoli Iddio mercè di questa vostra virtude, Venerabili Fratelli, tuttavolta ancor ci bisogna vivere in affanni, perchè ben ci avvediamo, che i figli di questo secolo ci suscitano la più amara amarezza anco in seno a pace profonda. Parliamo, o Fratelli, di cose che son conte, che son manifeste, che piangiamo con lagrime comuni, che perciò dobbiamo con comune impegno correggere, diradicare, abbattere. Parliamo degli innumerevoli ingegni della menzogna, e delle massime di perversa dottrina, onde non già con coperti modi ed occulti, ma il più delle volte con aperto, e rabbiosissimo ardimento si assalta la Fede Cattolica. Voi ben sapete come ribaldi uomini ruppero alla Religione la guerra coll’armi della filosofia, della quale si millantano Maestri, e d’orgogliosi sofismi giusta la dottrina del mondo studiati, e sparsi. Ond’è che sopra ogni altra si tribola questa Nostra Sede Romana, su cui sedette il beatissimo Pietro, e Cristo vi collocò di sua Chiesa il sostegno; e vannosi rompendo ogni dì a poco a poco i legami della santa unità. Si cerca di avvilire per ogni dove l’autorità della Chiesa, e fannosi argomento d’odio e di dispregio i Ministri del Santuario. I precetti più santi son vilipesi;

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