Pagina:Lettera pastorale per la Quaresima 1912 (Signori).djvu/3

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GIOSUÈ SIGNORI

Dottore in S. Teologia ed in ambe le Leggi
PER GRAZIA DI DIO E DELLA SANTA SEDE APOSTOLICA
VESCOVO DI FOSSANO E CONTE



Al Venerabile Clero e Diletto Popolo
della Città e Diocesi
salute e benedizione in Gesù Cristo Signor Nostro

VENERABILI CONFRATELLI E FIGLI DILETTISSIMI

Se le varie e molteplici testimonianze di religiosa pietà, che mi sono state offerte durante la Sacra Visita Pastorale, che colla grazia del Signore sto per condurre felicemente a termine, hanno recato all’animo mio la più dolce e bramata consolazione, non hanno però potuto togliermi un doloroso pensiero cagionato da un fatto, che, pure in tanta fede e frequenza dei fedeli alla casa di Dio, non è sfuggito al mio occhio. Come ad un padre affettuoso le ottime doti della massima parte dei suoi figli non valgono a distrarlo dal triste pensiero di altri, fosse anche di un solo, che si trovano sulla via della perdizione, e non corrispondono alle cure paterne, così il mio cuore si attrista e piange ripensando alla porzione del gregge, ancorchè minima, che, disprezzate le grazie del Signore, non si incammina pel sentiero del bene e della virtù. Forse che, o Venerabili Confratelli e Figli Carissimi, tutta intera la Città e Diocesi ci ha presentato il consolante spettacolo da