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LETTERE

Della Gioventù.


S

APEND’io, che i gioveni sono instabili, e sempre vaghi di nuovi amori, mi guarderò molto bene di concedervi il mio. I gioveni nell’amore son simili alla fonte del Sole, che ’l giorno è freddo, e la notte bolle. La vera servitù de gli amanti dee esser volontaria, fedele, e continua, cosa che non si può sperar da i gioveni, perche non servon mai le donne volontariamente: ma le servono tratti a quel furore da cui sono sforzati à seguir la vaghezza d’un viso che piaccia. Hanno per costume poi di non mantener mai fede, e di stancarsi tosto nel servire, talche la servitù loro si può chiamar con grandissima ragione sforzata, infedel, e breve. Alcuni vedranno una donna così da lontano alla finestra, e vaghi di novità anderanno à spasseggiar per quella strada, e giunti al luoco dov’ella è, alzando gli occhi con lasciva modestia spurgatisi alquanto le faran di beretta, e di ginocchio, come dice colui, ponendo ben cura com’ella è bella, & essendo lor cortesemente renduto il saluto se n’anderanno tutti consolati, dicendo tra loro stessi, à fe, ch’ella e bella: torneranno à spasseggiar di nuovo, e guardatala meglio, diranno, ella mi piace, torneranno la terza volta, & essaminandola meglio con un sospiro di fuoco, quasi fremendo, diranno, ohime ch’io stò male, e per avventura in quel punto faranno le


pazzie: