Pagina:Lettere (Andreini).djvu/154

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D’ISABELLA ANDREINI. 65

lume, e cominciai così à temere, & à tremare, come se l’anima mia havesse da tal presagio compreso, quanto avvenir mi dovea; e non altramente, che apparendo Cometa suol significar, con la risplendente sua chioma o morte di Re, o mutatione di Signoria, o perdita di Stato: mi dinotò il fatal lume degli occhi vostri la perdita della mia libertà, la mutatione de’ miei pensieri, e la morte del mio cuore. Spinto io dunque dall’effetto di tanta novità, non ho potuto contenermi di non ispiegarlo in carta, non perch’io reputi esser à voi nascosta la forza, e la virtù de gli occhi vostri: ma per farvi sapere, che tra quei molti, che l’intendono, e che la conoscono, anch’io la conosco, e l’intendo, & ancora, per ch’io sò i grandi, con lor piacere sentir le forze, e le lor virtù ricordare. Dunque gentilissima Donna raccoglietemi tra i vostri vinti, e sovvengavi, ch’è non minor gloria del vincitore, l’esser chiamato pietoso, che forte.


Simili.


S

E l’effetto, come dicono molti si levasse, levando la cagione, io, che per non consumarmi nel fuoco dell’amor vostro, mi son’allontanato da voi, sentirei farsi men cocente l’ardore: ma trovando io, che da lontano, e d’appresso, una sola cagione m’avampa, e mi consuma, forz’è, ch’io creda, che molte volte levando la cagione,


R          non