Pagina:Lettere (Andreini).djvu/227

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LETTERE

ver me pietoso quelle serene luci, dalle quali il cuor mio non si parte giamai, siche affisandole nell’innamorato mio viso, posiate comprender meglio che in questa carta l’affettion mia, e se di tanta gratia sarò dalla mia sorte compiacciuta non hò dubbio, che da voi mio Signore non mi venga bella, e giusta pietate, siche temprando l’amarezza delle pene, viva contenta. Intanto fatemi gratia di creder all’amor mio per non levarmi la speranza del vostro, e siate certo, che non vanno al Mar tante acque quanti martiri per voi patisco. Vi prego dunque per quella fiamma, che gli occhi vostri m’accesero al cuore, e per l’immortale, e bel desiderio, c’hò di servirvi, che non vogliate sostenere, che i dolenti, e languidi occhi miei versino più amara pioggia di pianto; nè m’accusate vi prego di licentioso ardire, se vi mando questa lettera, perche Amore, e bellezza vostra m’hanno à scrivervi indotta, e non potendo com’io desidero baciarvi le bellissime mani, bacio mille volte questa carta, che in quelle pervenir dee. Non vi sia discaro di conservar in gratia vostra colei, che venne al Mondo sol per amarvi, e per servirvi. Volendo favorirmi di risposta. Chi presenta questa è à proposito per portarmela, & è fedele, vi conceda il Cielo perpetua felicità.


Del-