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D’ISABELLA ANDREINI. 112

d’un’huomo, e massimamente d’un Dio tanto potente, che di lui tremano tutti gli altri. Se voi ubbidite al Padre, verrete a disubbidir ad Amore, hor veggasi à cui più l’ubbidienza conviensi. Il Padre vostro contra ’l vostro volere v’hà promessa al Signor Valerio, e voi volontariamente vi siete promessa à me, voi siete molto più signora, e padrona della vostra volontà, che non è vostro padre, e che dubbio v’ha, che siam molto più tenuti a mantener quello, che volontariamente promettiamo, che quello che promettiam per forza? essendo commun parere, che promessa fatta per forza non ha forza. Se ’l padre vostro per timor di non esser chiamato mancator di fede, vuol forse che pigliate questo novello sposo, perche non vi governate col suo essempio? perche non havete timore (anima mia) d’esser accusata per mancatrice della vostra parola? forse direte, mio padre ha giurato di darmi a quel tale presenti molti gentilhuomini, habbiate in memoria, che voi ancora giuraste presente Amore, e presenti tutte le Deità, c’hanno in protettione gli amanti fedeli d’esser mia, e siete obligata per più rispetti à mantener la promessa molto più del padre vostro, perche quand’egli manchi, non li può seguir altro, che poca vergogna appresso quelli, che udirono le sue promesse, e i suoi giuramenti, & à voi (ben mio) ne seguirà vergogna, e danno, perche oltre che non vi sarà più conceduto di comparir trà gli amanti leali senz’esser derisa, sarete ancor punita, essendoche punto Amore da giustissimo sdegno non vorrà lasciar tant’ingiuria in-


vendica-