Pagina:Lettere (Andreini).djvu/260

Da Wikisource.

D’ISABELLA ANDREINI. 118

far resistenza alla forza sua? certo ch’io non debbo pensarlo, non che farlo: e benche ’l fuoco, che per voi porto nel seno sia cocentissimo, io però godo nè bramo, che l’amorosa mia fiamma si muti in alcun’altra, che men’ardente sia. S’Amor tien le chiavi di quanto chiude la Terra, e ’l Cielo, perche devrò sdegnarmi, ch’egli tenga le chiavi del cuor mio? S’Amor è quella vera virtù, e quell’alta potenza, che al governo di questo basso Mondo, assistendo le cose di quà giù à quelle di là sù, con pungente, e gradito sprone conduce, perche non ho io da contentarmi, ch’egli fattosi della vostra bellezza sprone mi levi da tanta mia bassezza, & ignobiltà, e mi conduca à fruire il sommo bello? egli con esca soave dolcemente m’infiamma, e mi fa così dolci i martiri, e le pene, che ben posso dir anch’io, che le pene d’Amore tormentando dilettano. Io dunque vi prometto di far continuamente quanto Amor mi comada, poich’egli (bontà sua) s’è degnato di prestarmi l’ali, affinch’io m’alzi tant’alto, che da raggi divini illustrata conosca il Sol, che vediamo esser oscurissima notte à par di quel Sole, ch’ei fa, ch’io vegga. Io alzata per me stessa à tanta luce non sarei mai. Prometto ancora d’amarvi mentre, c’haverò vita, conoscendo di quant’utile mi sia quest’amore, poiche la bellezza vostra m’è vera scala, per veder la celeste. Così potess’io haver mille occhi, e mille cuori per meglio vederla, e per più di cuore amarla.Vi bacio quelle mani, che d’infrangibil catena legarono la mia libertà.



Gg     2          Non