Pagina:Lettere (Andreini).djvu/285

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LETTERE

te hoggimai, uscite dello spirito mio pensieri amorosi, contrari troppo alla mia bramata felicità. Io vi chiudo le porte del seno, & vi dò una giusta, e perpetua licenza. Non sarà più, ch’io ami quella beltà infedele, che faceva publicar nel mio petto le amorose leggi, sotto ’l suo nome. Ahi, che perdendo la mia crudelissima Donna, la rimembranza del mio fedel servire, m’insegna l’arte malgrado mio d’obliarla affatto. Questa mia lettera servirà dunque (ingrata) per dirvi l’ultimo addio. Addio ingannevoli giuramenti. Gli essempi del mal passato, mi sono ammaestramenti al ben c’ha da venire: Addio mal concetti piaceri, Addio speranze fallaci, che ’n vece di cari frutti mi deste inutil frondi. Quell’amore, quella costanza, e quella fede, che voi mi prometteste, sono per me state Deità senza potere. Menzognera quand’ogni fiamma è spenta nel vostro cuore voi giurate d’incenerirvi ardendo? chiamarmi vostro spirito, vostra vita, vostr’anima, & aggiunger à queste mill’altre parole dolci sì: ma bugiarde, tolte di bocca alla fraude istessa, per ingannarmi? come non consideraste, che parole sì care non dovevano uscir d’una bocca mentitrice, e d’un cuor infedele? A me, che vivea per servirvi, à me, che non per altro amava il mio cuore, se non perche i’ sapeva, ch’egli ammirava la bellezza vostra, si conveniva un tal inganno? volgete, volgete altrove quei begli occhi coronati di raggi, quegli occhi rilucenti, superbi trionfatori delle anime, che non sarà più, ch’io m’affisi al lor nocivo splendore. Occhi crudi


voi