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D’ISABELLA ANDREINI. 34

fù ordinato nel Paradiso terrestre, non meritando il suo gran merito, ch’egli fosse stabilito in luogo men meritevole del Paradiso; e dalla somma sapienza in lui fù posto tutto quel, che d’honesto diletto si può imaginar la nostra mente. Niuna corversatione, o congiuntione è più necessaria, nè più soave di quella di marito, e moglie qual amico all’amico, qual fratello al fratello, o qual figlio al Padre è tanto caro quant’è ’l marito alla moglie, e la moglie al marito, dal che mossi i nostri primi Padri contrassero con tanto lor piacere il matrimonio, senza cui hora noi non goderiamo di questa dolce vita. Nel matrimonio le ricchezze i corpi, e le anime sono communi, la presenza della moglie leva ogni dispiacer al marito, quella del marito alla moglie, e così vicendevolmente. Si scemano le calamità l’un l’altro, e s’apportano l’un all’altro conforto, ò che soave compagnia è quella dunque del marito, e della moglie; quando ’l marito ritorna à casa stanco per la fatica de i negotij vien subito dalla cara moglie con letitia accolto & accarezzato con parole dolci, e cortesi, ond’egli si sente tutto consolato, e la fatica gli ritorna in riposo. Ella gli dimanda delle cose di fuora, egli di quelle di casa, così con queste, e con quelle se la passano allegramente. Se ’l marito sente dolore per alcun’accidente occorso, la pietosa moglie sottentra al peso, e lo rende à lui men greve, il simile fa l’affettuoso marito con lei, talche in simil modo ogni affanno benche grande divien loro tolerabile, dunque non è greve la moglie al marito, non gli è molesta come dite,


I     2          anzi