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D’ISABELLA ANDREINI. 35

rio perche ’l genere humano è nato alla conversatione, e la prima, e principal conversatione è quella, che si comincia per mezo delle nozze, lequali mantengono, aumentano, e danno perfettione al mondo, conciosiacosache le Città non ponno stare senza le famiglie, e le famiglie senza ’l matrimonio son’imperfette. Non hà dubbio, che molto più è da stimarsi l’amicitia, che qual si voglia pretioso tesoro, & è cosa chiara, che niuna amicitia è maggior di quella, ch’è trà marito, e moglie, poiche son’una carne, un corpo, e un’anima; e che altro significa l’anello matrimoniale, con la sua rotondità, se non, che sì come la rotondità è infinita, così infinito è ’l contento di marito, e moglie che s’amino; e che altro dinotava quando nel sacrificar à Giunone Dea del matrimonio, gettavano i Sacerdoti di que’ tempi il fiele dietro all’altare, se non, che nel matrimonio, non ci hà da esser alcuna sorte d’amaritudine? Da i più prudenti vien riputato l’huomo imperfetto, sin tanto, che non è maritato, ancorch’egli fosse e vecchio, e savio. Io non sò poi vedere, che i figliuoli sieno cagione di tanta infelicità al Padre, come scrivete, anzi par’à me, che li sieno di giovamento, e di consolatione grandissima, poiche mentre son piccioli gli servono per un dolce trattenimento, e sollevamento di pensieri, quando sono poi grandi li sono in tutte le fortune d’aiuto, e di conforto, e quello, che più importa danno l’immortalità al Padre; siche Signor mio à me par il maritarsi sia un’ottima risolutione, & io spero fra pochi giorni di provare la


sua