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LETTERE

Dell’Audacia.


P

ERCHE l’audacia hoggidì si spende per virtù, non maraviglia, se voi appena conoscendomi siete stato così sfacciato nello scrivermi una lettera piena di simulati dolori, e di non vera fede. Io non voglio creder l’amor vostro, nè darvi speranza del mio. A voi par convenevole d’haver ricompensa di volontaria servitù, & à me par lecito di viver senza la noiosa cura d’amore. Et si legge d’Emilia giovene vestale, ch’essendolesi nel Tempio della sua Dea spento senza sua colpa il fuoco, ch’esser eterno dovea, ella co’ prieghi il raccese; & io al contrario di lei, vorrei poter senza indugio, spenger quel fuoco, che senza mia colpa s’è acceso (se pur s’è acceso) nel tempio del vostro seno, attesoch’io conosco esser questo amore, che dite di portarmi, nemico della mia fama. Se voi m’amaste (come dite) procurereste più tosto di viver con tormento, per salvar la mia riputatione, ch’esser contento, e rendermi colpevole. S’io fossi pietosa del vostro male, sarei micidial del mio honore. Ne i casi d’amore la pietà, ne gli huomini si lauda per virtù, e nelle donne si punisce per vitio. Chi dunque sarà, che non affermi, esser molto megliore la crudeltà honesta, che la pietà incolpata? cessate di molestarmi, nè pensate, che ’l Tempo, o la vostra perseveranza (che dovrei dir ostinatione) possano farmi cambiar


pensiero,