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LETTERE

DI

SANTA CATERINA DA SIENA



LXXII. — A Romano Linaiuolo alla Compagnia del Bigallo1 in Firenze.

Segna il proposito fatto di darsi a Dio. Le ispirazioni sono mezzo che c’invitano a nozze d’amore, e ci porgono la veste nuziale: ma a prenderla richiedesi amore. Non ti volgere a guardare l’aratro. Obbedienza è vomere che rompe la durezza della volontà, ne sterpa le male erbe, e prepara il terreno.

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Carissimo figliuolo in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo a te nel prezioso sangue suo; con desiderio di

  1. Fondata in Firenze da un secolo o poco più, da Pietro Martire Domenicano, zelante avversario de’ Manichei, inquisitore generale in Toscana. La colonna di Santa Felicita è memoria degli Eretici vinti in armi. Affidò Pietro a dodici cittadini dodici gonfaloni bianchi con croce vermiglia, da radunare il popolo, se guerre civili, anzi sociali, sotto pretesto di religione insorgessero. Ucciso ch’e’ fu dagli Eretici, crebbe d’uomini e donne la Compagnia, detta in prima di Santa Maria, ma poi della Misericordia per essersi lei dalle armi volta alle opere di pia carità. E prese in cura lo Spedale di Santa Maria del Bigallo, a cinque miglia da Firenze sulla strada d’Arezzo. Le monache domenicane di Ripoli (delle più antiche case dell’Ordine) nel 1267 lo cedettero a questa Confraternita, che prese il nome di lì. Nel 1503 i Capitani del Bigallo cedettero esso spedale alle Benedettine di Catignano, che lasciarono il loro monastero cadente. Questo magistrato ebbe poi in cura i fanciulli abbandonati.