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Pagina:Lettere - Santa Caterina, 1922.djvu/171

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160 lettere di santa caterina

CIII. — A Benuccio di Pietro, e Bernardo di Misser Uberto de’ Belforti da Volterra 1

Si concilino co’ nemici, per aver pace con Dio. Il modo unico dell’amare Dio è l'amare il prossimo. Non e’ è amore senza generosità, né questa senza umiltà. Il male fatto è ragione del bene da farsi; minaccia di gastighi; che a’ Belforti poi vennero: ma minacciando piega. Invita quegli alteri potenti, vengano a lei, non potendo essa a loro.

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Carissimi figliuoli in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo a voi; con desiderio di vedere il cuore e l’affetto vostro e l’anima2 vostra pacificata con Cristo crocifisso; perocché altrimenti non potreste partecipare la divina Grazia. Voi sapete, figlioli miei, che solo il peccato è quello che fa cadere l'uomo nella guerra col suo Creatore. In che modo dunque potremo fare questa pace, poiché siamo caduti nella guerra mortale per le colpe nostre, e condannati siamo alle pene eternali, se pace non ci ha? Io voglio per certo che procacciamo il modo; poiché noi siamo caduti in tanto pericolo e danno dell’anima e del corpo: e modo non ci veggo altro che uno, cioè quello santo modo che tenue Dio verso di noi, quando per il peccato d’Adam tutta l’umana generazione cadde in guerra con Dio. Volendo dunque

  1. De’ Belforti, Guelfi in Volterra potenti, contavansi a’ tempi di Caterina diciannove signori, guerrieri prodi; Ottaviano Belforti, figliuolo a Belforte capo della famiglia, tenne Volterra molt’anni con fama di prudenza e di giustizia: e i discendenti di lui, salvo l’intervallo del Duca d’Atene, fino al 1411 si mantennero in signoria. Quell’anno, sollevatosi il popolo. Bocchino Belforti cadde per man di carnefice, con altri de’ suoi; e gli altri sbanditi. Di Bocchino fu moglie Benedetta; fratello fu Pietro, che da Angela di Benuccio Salimbeni ebbe questo Benuccio, al quale è la lettera. Tutti della casa dicevansi de’ signori di Volterra.
  2. Per cuore può intendersi in genere la volontà; per affetto la volontà mossa da un principio d’amore abituale, per anima tutte le facoltà dello spirito.