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Pagina:Lettere - Santa Caterina, 1922.djvu/72

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lettere di santa caterina 65

della tristizia e confusione non assalisca l’anima nostra: che peggio sarebbe l'ultima, che le prime; 1 e sarebbe grande offesa di Dio. Permani nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.

LXXXIV. — A Frate Filippo di Vannuccio, e a Frate Niccolò di Pietro di Firenze, dell’ordine di Monte Oliveto.

(Fatta in astrazione). Obbedienza è pazienza nel bene, consolata dalla carità, sostenuta dall’umiltà dignitosa. Ogni virtù è obbedienza a una legge. Esempio di Gesù Cristo. Obbedienza è giustizia che l’uomo rende, più che agli altri, a sé, conoscendo che poca cosa egli sia nell’ordine sociale. Insidie del tentatore grossolane per farci disobbedire, altre più fine, sotto specie di perfezione. Il senso umiliato delle proprie battaglie ci consiglia obbedienza; e così dai pericoli abbiamo salute. Obbedienza volontaria ben si concilia con povertà volontaria; e ambedue ci francano dalla servitù superba del mondo. Lodi eloquenti dell’obbedienza; dove ogni inciso è un argomento. Danni del contrario.

Al nome di Gesù Cristo crocifìsso e di Maria dolce.

Carissimi figliuoli in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi fondati in vera e perfetta pazienzia; perocché senza la pazienzia non sareste piacevoli a Dio, e non portereste il giogo della santa obedienzia, ma con impazienzia ricalcitrereste 2 al prelato e all’ordine vostro. E pazienzia non è mai se non in colui

che sta in perfetta carità: onde colui che ama, per-

  1. Vangelo: «Erunt novissima illius pejora prioribus.
  2. La stampa: ricalcitraste.