Pagina:Lettere autografe Colombo.djvu/46

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Le carte italiane indicano questi progressi; le quali abbiamo antichissime e numerose: e in molte di esse troviamo indicate terre verso Ponente in seno all’Atlantico, secondo le voci popolari e le tradizioni marinaresche che ne correvano: ciò che talora ha fatto credere che l’America fosse nota innanzi Colombo. La carta di Marino Sanudo del 1321 segna un gruppo d’isole all’ovest dell’Islanda. La carta singolarissima dei Pizzigani del 1367, porta terre occidentali nell’Atlantico coi nomi di Brondani, Brazie e Antiglia. Né ci fermeremo a discutere col Zurla se quest’ultimo nome veramente vi si legga; perchè ad ogni modo è certo che un’altra carta italiana del 1424, conservata a Weimar e di cui ci dà notizia l’Humboldt, ha quest’isola d’Antiglia, che poi trovasi anche nelle carte d’Andrea Bianco, dell’anonimo genovese suo contemporaneo, e degli anconitani Benincasa, tutte composte tra il 1436 e il 1470. Confuse tradizioni delle mal note Canarie, e naturali illusioni di nubi fantastiche, e vasti tratti di mare coperti da galleggiante vegetazione, avevano nel medio evo fatto nascere e mantenuta la credenza che queste isole esistessero: e molti ne andarono in cerca; e alcuni dicevano d’averle trovate, e inseguite, e vedute sfumare; ed altri narravano che nell’isola delle sette città abitava un popolo cristiano, ivi ricoveratosi fin dai tempi delle prime invasioni moresche; ma tanto geloso del suo segreto asilo, che più non lasciava partire le navi capitate a que’ lidi felici, perchè divisi dal mondo. Ma basti di queste leggende e di questo incerto nome d’Antilia, il quale divenne certo e storico solo quando gli Spagnuoli l’applicarono alle isole americane.

Più importami certo sono le cognizioni che le carte de’ geografi italiani rivelano intorno alla forma dell’Africa ed alle coste Orientali di essa. Tutti sanno che