Pagina:Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu/261

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254 lettere d una viaggiatrice

da cento biciclette, da cento phaetons, da mille automobili: Nizza, Cannes, Beaulieu, restano abbandonate agli indigeni, i quali non possono in estate e autunno che digerire quietamente la vendemmia trascorsa, e preparare pacificamente quella dell’anno venturo. Il sole è già caldo, il Palais de la jétée che è un restaurant, un caffè-concerto, un salon de lecture, un tutto divertente, diciamo, già brucia nella sua costruzione di pietra e ferro, malgrado che sia nel mare... Questo paniere, qui, anche è vuoto: avventori e camerieri, via, lontano, forse, destinati alla Svizzera, forse a Wight, forse, non so dove... La vendemmia è stata buona? Bene, benissimo... buon viaggio... A questo altro anno, con maggiori graziosissimi modi di cavare degnissimamente il denaro alle persone: l’estate, l’autunno, non sono stagioni d’ispirazione e di buon consiglio?...