Pagina:Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu/312

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nella città del sogno 305

qui dal fascino irresistibile del loro delitto, che venivano, forse, per assicurarsi che il loro morto, fosse proprio morto? Sciagurati che sognavano la morte e venivano a vedere, amaramente, quello che essi sarebbero divenuti, forse fra un mese, forse l’indomani? Chi sa! La blague parigina cessava qui: e tutto si faceva silenzioso, tetro e tragico.

Nessuno dei miei amici e tanto meno nessuna delle mie amiche di Parigi, mi ha mai voluto accompagnare alla Morgue; ognuno mi voleva condurre e mi ha condotto nei mille posti di bellezza, di mondanità, di curiosità artistica, nessuno alla Morgue. Sono andata, sola. Vi erano quattro cadaveri, nel reparto centrale, dietro il cristallo. In verità, per iscemare l’orrore che tale vista induceva nelle persone più fredde e più coraggiose, la preparazione dava loro un aspetto di figure di cera o qualche cosa di vivo: in alcuni si poteva, a prima vista, non pensare al cadavere,