Pagina:Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu/410

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l’orrido di busserailles 403

chiude la via: i muletti attraversano un ponte di legno e si fermano innanzi a una casetta, che è ai piedi di queste rocce; essa sembra un giocattolo infantile, che può essere schiacciato, da un minuto all’altro. Si scende da cavallo. Per veder l’orrido, bisogna entrarvi. Gli è che, a Busserailles, le due alte pareti di macigno si sono riunite, sopra un precipizio profondo, si sono sovrapposte a masse, e il fiume ha trovato il suo passaggio, nell’ombra, sotto questo arco immenso di macigni, nelle viscere della terra. Colà, si entra da un portoncino di legno, come in un sotterraneo. Con grande coraggio, una famiglia Maquignaz — nome glorioso, del resto, nella Valtournanche, e dovunque sia apprezzato il valore delle più intrepide guide alpine — ha affrontato il terrore e il pericolo di questa immensa grotta, che è anche un abisso, e vi ha fatto come un lungo e stretto palco di legno che va rasente una parete e arriva sino all’estremo dell’orrido. Se il vostro passo non trema, sentendo il legno umido quasi sfuggire al vostro piede; se il vostro udito non è così intensamente colpito