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Pagina:Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu/44

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nell’alma roma 37

placabile sole, degli scogli su cui si è disseccata la flora che l’uomo vi piantò, troverete una nube di polvere secca che si avvolge, sotto il soffio dello scirocco, per le vie deserte; nelle strade, ogni tanto, qualche ombra affaticata, apparente e sparente da una porta: e delle ombre pallide e sudanti di giuocatori nel Casino, intorno a una fiacca pallina di roulette, gittata fiaccamente dall’ombra di un croupier, sbuffante di caldo e di fastidio: e avrete visto, allora, questi paesi così attraenti, così invincibili, poichè niun altro paese, finora, li ha vinti, nel loro aspetto più nudo, più arido, più povero di fascino, nella verità loro, infine!.



Io ho vissuto, a Roma, nel tempo lontano, nel colmo dell’estate: e ho avuto la rude apparizione quotidiana di una città che nè viaggiatori, nè touristi, nè uomini di affari, nè uomini politici sanno che sia. Io ho visto la vera