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Pagina:Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu/46

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nell’alma roma 39

neppur essi sono riesciti, a costruirvi un palazzo loro, ricchissimo, maestoso, ma si perdono in misere querele di architetti, d’ingegneri, di appalti, solamente per avere una nuova aula e ognuno di essi, deputati, senatori, va a occupare delle modeste stanze mobiliate, per la città di Roma, e lesina sul prezzo e cerca le trattorie più economiche, per spendere il meno possibile, anche l’agiato, anche il ricco, tanto il senso del provvisorio, del fugace, li tiene, i deputati, i senatori!

E il Sovrano, naturalmente, lascia in inverno, sempre che può, la capitale, per onorare di sua presenza, le altre città grandi e piccole italiane: e i deputati, i senatori si danno quante maggiori vacanze sia possibile, di Natale, di Pasqua, per ogni occasione. A maggio spariscono da Roma i forestieri: gli alberghi si chiudono, almeno i maggiori, alla metà di maggio: altri, ai primi di giugno: restano aperti quelli dalle stanze a tre lire, ma chiudono degli interi piani. Ai primi di giugno, si chiudono i grandi restaurants, i grandi caffè: e a fine di giugno si chiudono, anche i magazzini più importanti, più