Pagina:Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu/484

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il sogno 477

non più niente, non più. Saranno partiti, i viaggiatori e i camerieri, i mulattieri e le guide: coloro che sono costretti a restare, saranno chiusi e talvolta bloccati, nelle case di legno, innanzi ai cammini, innanzi alle stufe. Non un rumore umano, in quel albore gelido, in quell’immenso silenzio, in quell’uguale mortale distesa di neve. Solo il clamore solitario delle acque: o talvolta, il fragore terribile della valanga.