Pagina:Lettere e testimonianze dei ferrovieri caduti per la patria, 1921.djvu/3

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11 Novembre ’15. «È San Martino e questa festa è stata celebrata con vivo cannoneggiamento, preludio forse di una nostra avanzata, che come italiano e soldato, auguro possa esser condotta a buon fine. Baci infiniti. Arrivederci a presto. Viva l’Italia!...».

19 Novembre ’15. «Più ho bisogno di calma in questi giorni di lotta e più ricevo con dolore notizie circa la tua pace. Capisco: il dispiacere è grande, ma coraggio ci vuole e fiducia in Dio che possa, compiendo col suo santo aiuto il mio dovere di italiano, tornar presto tra voi».

Il 20 Novembre ’15, in occasione della morte dell’amico Pietro Sacchetti sull’Isonzo, scrive ai consoci del Circolo «Niccolò Martelli»:

«Nel dolore dobbiamo essere orgogliosi di avere avuto nel nostro Circolo dei compagni valorosi che hanno cooperato col loro sangue a redimere territori datici dalla stessa bontà del nostro Dio, a difesa della nostra amata Patria. Unisco le mie alle vostre preghiere perchè Iddio abbia misericordia delle loro anime, e conceda loro il premio dei valorosi. Viva l’Italia!»

24 Novembre ’15. «Ancora qui in attesa di partire. Sono consapevole del pericolo cui vado incontro, ma sono fiducioso che il Signore vorrà permettermi di compiere senza sacrificio il mio dovere di italiano. Speriamo di rivederci».

25 Novembre ’15. «Carissima. Questa sera parto definitivamente per le linee avanzate. Metti in opera tutta la tua forza d’animo per avvertire la mamma della mia entrata in azione. Speriamo che la bontà divina voglia risparmiarmi al vostro affetto. Viva l’Italia! Viva Trento e Trieste italiane!».